Chiesa & ICI: e i Comuni che dicono?

Lettera aperta ai sindaci dei Comuni Italiani.

Gentilissimo Sindaco,
come saprete in questi giorni è in atto una campagna che è a mio avviso strettamente collegata alla vita dei Comuni italiani. Questa campagna prende di mira le istituzioni non-profit collegate alla Conferenza Episcopale Italiana, accusandole - da parte di diversi giornalisti, politici e da molte persone di spicco - principalmente di due cose:
- di non pagare, laddove sia dovuta, la tassa ICI su immobili che perseguono attività commerciali;
- di aggirare il pagamento dell'ICI su intere proprietà immobiliari adducendo come motivazione la compresenza, assieme alle attività di commerciali, di una piccola cappella o di opera assistenziale.

Da altri organi di informazione, nonché dai portavoce della CEI,  emerge che invece queste accuse non sono fondate, che gli istituti riconducibili alla Chiesa Cattolica pagano l'ICI dove dovuta, spesso sull'intero immobile se al suo interno vi è un'attività di commerciale rilevante . L'esempio più eclatante è l'Hotel Giusti delle suore Sant'Anna di Roma, accusato direttamente nelle pagine di Repubblica di non pagare l'ICI, cosa dimostrata falsa con tanto di documenti, come spiega ad esempio l'editoriale di Umberto Folena su Avvenire del 11.12.2011 .

Come cittadino e come cattolico mi sono chiesto se quella che è in atto non sia una campagna di discriminazione: tutte, indistintamente, le associazioni riconducibili ad un credo religioso vengono accusate di frode fiscale e si esige che esibiscano ricevute di pagamento delle tasse senza una ragione fondata.

Vi chiedo, con l'autorevolezza data dalla vostra carica, di prendere parte a questa vicenda e offrire la vostra versione, come rappresentati dei Comuni d'Italia: sono infatti i Comune che alla fine sarebbero penalizzati dal presunto mancato pagamento sistematico dell'ICI, e sarebbero comunque i Comuni a dover esigere eventuali ricevute di pagamento delle tasse sulle strutture presenti nel loro territorio.

Vi chiedo concretamente di intraprendere qualche iniziativa di comunicazione istituzionale ad esempio rispondendo a tutte o qualcuna delle seguenti domande:

  1. vi risulta che mediamente le associazioni  riconducibili alla Chiesa Cattolica registrate nel vostro comune, pagano l'ICI laddove è dovuta?
  2. il Comune riesce a perseguire gli illeciti riguardo al pagamento dell'ICI verso le associazioni che la aggirano? Ricevete pressioni per condonarne alcune? Esistono pressioni da parte di esponenti del mondo ecclesiale cattolico per condonare l'ICI laddove è dovuta, nel vostro Comune?
  3. rispetto alle associazioni di matrice non cattolica, gli illeciti riguardo al pagamento dell'ICI da parte di associazioni presunte cattoliche sono di più, di meno  o nella media?
  4. come definirebbe in generale il comportamento fiscale da parte delle associazioni di matrice cattolica, rispetto alle associazioni laiche e in genere rispetto al contribuente privato: esemplare, scadente, o nella media?
  5. quando un'associazione non-profit viene ingiustamente accusata di non pagare l'ICI  - laddove invece viene pagata - il Comune non riceve secondo lei un danno di immagine, dovuto al fatto che nel comune di pertinenza sembra potersi evadere facilmente l'ICI oppure che vi sia mancanza di controllo sulla concessione dello status di non-profit? Come considera l'eventualità che il Comune si costituisca parte civile contro chi diffama ingiustamente le associazioni non-profit o religiose accusandole di frode fiscale laddove è vero il contrario?
  6. Cosa pensa di chi ritiene che accusare indiscriminatamente di frode fiscale le associazioni non-profit che si riconoscono in uno specifico credo religioso, costituisca un germe di discriminazione religiosa?

Vi ringrazio per l'attenzione arrecata a questo messaggio e anche se vorrete raccogliere alcuni di questi spunti nella vostra attività ci comunicazione istituzionale.


Fabio Carpenedo, insegnante
Buccinasco (MI)

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